Ischia

L’isola d’Ischia ha una superficie di oltre 46 Km quadrati, con una popolazione residenziale di poco superiore ai 60.000 abitanti suddivisa nei sei Comuni presenti sull’isola. La sua principale peculiarità è quella di possedere località marinare, collinari e montane nelle quali si sono sviluppate negli anni diverse culture e civiltà. In questo modo Ischia rappresenta una meta turistica unica, dove chi la sceglie può trascorrere le sue vacanze in ambienti naturali unici al mondo formati da ridenti colline verdeggianti; unici e splendidi scenari subacquei; insenature marine ricche di spiagge e scogli; lunghe e caratteristiche, per le sue sabbie, spiagge; sentieri montani che portano in cima al Monte Epomeo, antico vulcano spento e non pericoloso la cui presenza viene evidenziata dalle classiche “fumarole” presenti in molte parti dell’isola.

  • Porto di Forio
  • Mare e scogli a Forio
  • Veduta della spiaggia di San Francesco - Forio
  • La splendida Chiesa del Soccorso - Forio
  • Veduta di Forio dal Monte Epomeo - Forio, Ischia
  • Uno scorcio della località Zaro a Forio
  • Il porto di Forio con la Chiesa del Soccorso sullo sfondo - Forio, Ischia
  • Il Castello Aragonese con gli scogli di Sant'Anna - Ischia
  • Punta Imperatore con la stupenda Baia di Citara - Forio, Ischia


I comuni dell’Isola:

Barano d'Ischia
Barano d’Ischia Con una superficie appena appena inferiore a quella di Forio di 12 Kmq è il secondo comune isolano per estensione pur avendo una popolazione appena superiore ai 9 000 abitanti. È situato a Sud-Ovest dell’isola ed è costituito da diversi agglomerati antichissimi e tuttora abitati posti su deliziose colline: Testaccio, Piedimonte, Fiaiano, Vatoliere, Barano centro e Buonopane. Queste frazioni continuano a mantenere storia e tradizioni autonome. Proprio la sua morfologia molto collinare e montana e la sua popolazione, di origine prettamente contadina, aveva necessità di creare nuclei che fossero distanti dal centro per essere più vicino ai terreni da coltivare. Località note e famose nel mondo risultano anche essere le contrade di Matarace e Molara, di Fiaiano, Testaccio con le contrade di Chiummano, Piano e Vatoliere, di Buonopane e dello Schiappone con San Pancrazio. Sul suo territorio insiste anche la splendida spiaggia dei Maronti lunga oltre due Km, frequentata soprattutto dai giovani con gli ampi spazi liberi esistenti.

Le sorgenti termali di Barano:

Sorgente di Nitrodi – Ricordata da Omero, ha una antichissima tradizione curativa risalente all’VIII secolo a. C. Unica nell’isola per quanto riguarda il termalismo idropinico, con uso dermatologico eccezionale. Limpida, senza odori e quasi insipida, la sua temperatura è di quasi 24 °C. Se ne fa un ottimo uso anche come bevanda, ottime proprietà curative per ulcere interne ed esterne.

Sorgente di Buceto – È situata sul monte Rotaro, le sue acque sono limpidissime, inodori, insapori e rinfrescanti; sono prevalentemente usate come acqua potabile anche se sono sconsigliate ai soggetti con problemi di calcolosi.

Sorgente di Olmitello – Fu anche detta bagno delle Principesse. Lungo la spiaggia dei Maronti c’è una “cava” che conduce alla sorgente. Le sue acque vengono usate in dermatologia, nel trattamento delle piaghe torpide da varici, in gastroentorologia e nei trattamenti diuretici degli uremici.  

Casamicciola Terme
Casamicciola Terme Ha una superficie di soli 5,6 Kmq con una popolazione di poco superiore agli 8000 abitanti. La sua configurazione morfologica la rende unica al mondo da un lunghissimo lungomare si raggiunge facilmente e velocemente sia la zona collinare che quella montana passando da metri 0 sul livello del mare ai 788 raggiunti nei pressi dell’Epomeo. Il territorio comunale è diviso nei rione di Perrone, Castiglione, Piazza Bagni, La Rita, la Sentinella e Piazza Maio. Il comune di Casamicciola proprio grazie alla presenza di numerosissime fonti e bacini termali 1956 aggiunge la parola Terme al suo toponimo. È stato il primo comune isolano a divenire località turistica di valore e tutt’oggi risulta essere al primo posto tra gli altri comuni isolani per le cure termali. Grazie proprio a questa sua peculiarità, nel secolo scorso, è stata frequentata da una clientela internazionale come Lamartine, Renan, Ibsen ed anche Garibaldi venne a curarsi le sue ferite di guerra.

Le sorgenti termali di Casamicciola:

Sorgente del Castiglione – Fonte di acque termo-minerali, sgorga dal fianco orientale del promontorio del Castiglione con una T di circa 78 °C. È un’acqua limpida ed inodore di sapore salino, il suo contenuto è caratterizzato dalla presenza di Bicarbonato di Sodio, cloruro di sodio, ossido di ferro e alluminio. In campo terapeutico è particolarmente indicata per la cura della stitichezza, delle emorroidi, dell’ipocondria, dei reumatismi e della sterilità.

Bacino del Gurgitello – situato ai piedi della collinetta Ombrasco sul lato orientale di piazza Bagni; in esso confluiscono le acque delle sorgenti di Gurgitello, Cappone, Cava dell’Ombrasco, santa Maria del Popolo. Le acque di queste sorgenti di tipo termo minerale sono limpide, inodori, incolori, di sapore alquanto alcalino, risultano untuose al tatto; contengono cloruro di sodio, solfati di calcio, bicarbonato e solfati alcalini. Temp. Tra 60 e 80 °C. Terapeuticamente sono usate per la cura delle malattie dell’apparato digerente, malattie per alterato ricambio e per anomalie di nutrizione, malattie celebro spinale, affezione delle mucose respiratorie e degli organi uro-genitali.

Bacino del Cotto – situato sul lato occidentale di piazza Bagni, alla base delle collinette di “Olivo” e “Pera”. In questo bacino confluiscono parecchie sorgenti, tra cui quelle della “Colata”, del “Tamburo”, della “Spelonca”.Le acque sono limpide, inodori e di sapore leggermente liscivioso; contengono molte sostanze alcaline tra cui in modo predominante bicarbonato di Sodio. Temp. tra i 50 e 60 °C. Terapeuticamente sono indicate per le malattie nervose, reumatiche, cutanee. Oftalmie croniche, paralisi ed itterizia.

Bacino di “La Rita” – Si trova sul lato occidentale di Casamicciola, in un profondo vallone conosciuto con il nome di “Cava di la Rita”, posta ai piedi della collinetta detta “Cesa” comprende le antiche fonti “Bagnitello” e “Rete”. Le sue acque limpide, incolore, inodore, di sapore prevalentemente salino, manifestano una reazione nettamente alcalina; contengono solfati e bicarbonati alcalini. Temp. tra i 65 e 72 °C.Terapeuticamente esse sono indicate per la cura dei dolori reumatici, delle malattie delle vie respiratorie, delle infiammazioni degli organi genitali, calcolosi, infezioni e disturbi intestinali, gastrici, metabolici, anemie, sterilità.

Sorgente del Cappone – Tale sorgente trae origine dal bacino del Gurgitello, ma se ne differenzia perché più pura e sottile ed anche per il suo caratteristico sapore di brodo di Cappone. Temp. 28 °C. Terapeuticamente è indicata per le affezioni gastrointestinali , per le infezioni delle visceri, per la stimolazione dell’apparato digestivo e per i casi di sterilità.

Sorgente dell’Occhio – Questa sorgente trae origine dal bacino del Cotto presso la valle del Tamburo. Le sue acque limpide e leggermente salate. In esse sono presenti i bicarbonato di sodio, calcio, magnesio, potassio, ferro. Temp. 31°C Il loro uso è consigliato soprattutto nella cura di affezioni catarrali degli occhi, nelle malattie nervose, gotta, reumatismi, ingorghi del collo, dell’utero, paralisi, itterizia, ustioni e problemi respiratori. Sorgente della Scrofa – Tale sorgente è lambita dal mare, poco oltre lo scoglio della Scrofa, le sue acque sono calde, chiare e dolci. Giovano molto alle malattie nervosi ed alle atriti.

Sorgente del Bagnitiello – Fu un bagno rinomato, ma oggi è completamente abbandonato. Di esso si riscontrano, sotto e dietro il cimitero di Casamicciola falde di acqua calda.

Sorgente di Ervaniello – Le sue acque sgorgano nelle vicinanze del Capomanno ed hanno proprietà diuretiche, stimolano l’espulsione della renella ed attenuano i disturbi degli organi interni.

Sorgente di Cava Fontana – Tale sorgente è situata in via Santa Barbara sulla collina del Rarone; essa fornisce un’acqua solo termale e semi – minerale potabile con una Temp. Di 21 °C Attualmente tale sorgente è sepolta sotto una antica frana.

Forio
Forio è il comune dell’isola con una estensione di 12,90 Kmq, che lo rende il comune più grande per estensione;ha una popolazione di quasi 13.000 abitanti. È posizionato sul lato ovest dell’isola, confina a nord con il comune di Lacco Ameno e con quello di Serrara Fontana a sud – sud ovest. Proprio questa posizione lo rende il comune più “assolato”, infatti il sole compare alle otto del mattino per tramontare alle otto di sera. Presenta inoltre paesaggi molto vari, montani con il suo nucleo abitato di santa Maria al Monte; collinare con i centri abitati di Panza e del Cuotto, entrambe conosciutissime e rinomate per i vigneti e quindi per la produzione di ottimi vini, presenta un lunghissimo lungomare unico al mondo che parte dalla punta della collina di Zaro per terminare oltre la punta Imperatore con la baia di Sorgento, ulteriormente impreziosito da località come Citara, la Chiaia e S. Francesco, dove splendide e bianche spiagge fanno da cornice ad un mare di una purezza cristallina e di svariati colori a seconda dei suoi fondali. Discorso a parte merita la splendida e selvaggia spiaggia di “Cava dell’isola” vera e propria oasi libera frequentata dai giovani e da chi piace prendere il sole in piena libertà; sconsigliata a chi ama e cerca le solite comodità.

Le sorgenti termali di Forio:

Sorgente di Citara – Situata nei pressi della spiaggia omonima dove vi era un antico tempio dedicato a Venere Citarea. Sfruttata già dai tempi dei romani, appartiene al gruppo delle acque ricche di cloro, sodio, bromo, iodio e cloruro solfato alcaline. Sgorga ad una temp. di circa 100 °C. Opera modifiche temporanee della composizione del sangue, azione sedativa ed equilibratrice del sistema nervoso periferico, stimola le ghiandole a secrezione interna. Particolarmente importante per i problemi della funzione ovarica.

Sorgeto – Situata nella frazione di Panza le sue Acque sgorgano tra gli scogli in riva al mare. Essa proviene da una falda acquifera di tipo freatico che si trova a livello del mare.

Ischia
Ischia è, grazie al suo Porto il comune commerciale dell’isola e si estende lungo la costa nord-orientale dell’isola. Su una superficie di circa 9 Kmq conta una popolazione di 17000 abitanti, lo rende il comune più popoloso dell’isola. È situato sulla parte orientale dell’isola si stende fra la collina di S.Alessandro al Castello Aragonese e all’acquedotto Romano; confina con i comuni di Casamicciola e Lacco Ameno. Il suo territorio è suddiviso in due frazioni principali: Ischia Porto, anticamente chiamato Villa dei Bagni per la presenza di diverse terme;Ischia Ponte, con il suo antico Borgo di Celsa caratterizzato da splendidi violetti sul livello del mare. Altri quartieri sono: S.Michele, S.Antuono, Campagnano, S.Alessandro, S.Ciro. Dalla cima della collina di Piano Liguori oltre ad osservare la vicina Capri, in giornate particolari sembra quasi poterla toccare con mano. Consigliamo una sosta al Bar Calise, uno dei bar più rinomati d’Italia.

Le sorgenti termali di Ischia:

Sorgente del Pantano – Situata lungo il versante sinistro del corso di via Vittoria Colonna, nei pressi della villa Villari, aveva una temp. media di 30-35 °C. Erano acque limpide incolori, inodori e leggermente salate, con un alto contenuto di magnesio, sodio, carbonato di calcio e ossido ferroso. Esse venivano utilizzate per la cura di catarri vescicolari e gastrointestinali, agivano inoltre come aperitivi e diuretiche. Oggi questa sorgente, purtroppo non esiste più. Sorgente di acqua Mirtina  – Prende il nome dalle numerose piante di mirto che un tempo la circondavano. È situata lungo via Pontano, nei pressi del palazzo D’Avanso. Temp. di 18 °C. Ha una composizione chimica molto complessa e ricca di minerali; è un’acqua incolore, limpida ed alcalina. Veniva utilizzata nelle cure per l’obesità. Oggi tale sorgente è in uno stato di vergognoso abbandono. Sorgente di Fornello – In realtà sono due distinte sorgenti, considerate unitariamente per la loro estrema vicinanza. Si trovano nella zona di Ischia Porto nei pressi del palazzo Reale oggi sede di stabilimento militare. Prendono il loro nome, la prima (quella del Fornello) dal fatto che sgorga da un luogo somigliante ad un forno; la seconda dalle abbondanti quantità di acque sorgive che la compongono. Le acque appartengono alla classe delle acque termo minerali acidule alcaline ferruginose. Temp. 60-65 °C Sono acque incolori, inodori e molto salate. Viene utilizzata per reumatismo cronici, nevralgie, malattie dell’apparato digerente e affezioni dell’apparato uro-genitale. Sorgente di Cartaromana – Sono due distinte sorgenti entrambe situate sulla spiaggia di Cartaromana; la prima è la fonte di Cartaromana che sgorgando dai sassi dà vita al cosiddetto giardino delle Ninfe; le sue acque hanno una temperatura di 52 °C, sono limpide, inodore e ferruginose sono usate per combattere la sterilità femminile, per i calcoli renali e per le emorroidi. La seconda è la fonte di Nitroso nascosta dai sassi e di solito coperta dal mare, ha una temperatura di ca. 50 °C ed è curativa per le malattie respiratorie e per i calcoli renali.

Lacco Ameno
Lacco Ameno con una superficie di soli 2,7 Kmq e una popolazione di poco superiore ai 5000 abitanti è il comune più piccolo dell’isola, pur risultando, grazie ad Angelo Rizzoli e ai suoi investimenti quello più noto nel mondo. L’altitudine va da metri 0 sul livello del mare ai 300 della contrada Fango. Il comune di Lacco Ameno occupa la parte nord-occidentale dell’isola e si estende lungo il mare e sulle prime pendici dell’Epomeo. Note sono le sue acque termali quali quelle del Capitello, di Santa Restituta, della Regina Isabella, di San Montano e le sabbie termali di Santa Restituta e la stufa vaporosa di San Lorenzo. Località rinomate e conosciute sono la spiaggetta di “Varulo” e la splendida baia di san Montano a confine con il comune di Forio.

Le sorgenti termali di Lacco Ameno:

Sorgente di santa Restituta - La sorgente prende il nome della Santa, perché sgorga vicino alla chiesa di santa Restituta.Temp. di 50°C Le sue Acque sono limpide, composte di bicarbonato, acido carbonico, cloruro di sodio, cloruro di potassio e solfato di soda. Combatte i catarri uterini cronici e ribelli, come anche i catarri vescicolari. Uniche ad essere terapeuticamente radioattive (radioattività intorno ai 2800 U.M.).

Serrara Fontana
Serrara Fontana ha una estensione di 6,7 Kmq con una popolazione di poco oltre 3000 abitanti. Pur essendo il comune più alto dell’isola l’unico lembo di costa formato dal borgo di sant’Angelo gli ha conferito riconoscimenti internazionali, proprio perché in questo borgo è tassativamente vietata la circolazione di qualsiasi autovettura a motore a scoppio. Il comune si divide nei seguenti centri abitati: Serrara, Fontana, Sant’Angelo, Succhivo, Ciglio, Calimera e Noia. Ogni uno di questi centri ha una tipologia diversa dal resto dell’isola. Qui si conservano ancora numerose testimonianze della civiltà contadina ischitana e continuano a persistere forme di vita ad essa legata. Il territorio è collinoso, spesso solcato da profondi burroni creati dalle acque piovane. Solo il centro di Sant’Angelo, come detto è sul mare; è un antico e piccolo villaggio di pescatori percorribile solo a piedi, caratteristica che lo fa scegliere da chi ama la vacanza tranquilla e senza auto.

Le sorgenti termali di Serrara Fontana:

Sorgente di cava Scura – Situata lungo la costa di sant’Angelo fu pubblicizzata al massimo dal dottor Lorenzo Fiore di Serrara nel 1850, sono conosciute però fin dal periodo della colonizzazione greca (ricordata da Omero, Stradone e Plinio) ed ebbero grande splendore nell’epoca Romana, infatti lo stesso Cicerone ne canta le virtù. Nell’acqua è presente Radium in diverse proporzioni. Molto usata per la cura delle affezioni reumatiche croniche; affezioni croniche dei bronchi , del naso e della gola.


Solo da pochi anni è stata lanciata dai tour operator isolani la visita degli splendidi fondali ischitani, infatti sotto il luccichio delle onde si nasconde un vero paradiso tutto da scoprire e da esplorare.
Le statistiche parlano chiaro e il numero degli amanti delle escursioni marine sono in netto aumento. L’emozione che si prova durante l’immersione difficilmente si dimentica. I fondali ischitani sono vari e la limpidezza delle acque è assicurata dal continuo gioco delle correnti.
Le pareti della sua costa sono ricche di Gorgonia e di substrato variopinto. La moltitudine di fauna (saraghi e cernie soprattutto) rendono le immersioni molto godibili. Inoltre Ischia custodisce molti segreti della sua storia in fondo al mare, a causa dei fenomeni di bradisismo, tellurici e vulcanici che l’hanno caratterizzata.
I posti tipici per questo tipo di immersione sono: Ischia Ponte dove si può provare l’incanto di immergersi lungo le mura della sommersa Aenaria in un fondale di appena 9 metri. Il sito Belluomo Dove su un fondale che oscilla tra i 14 e i 23 metri giacciono i resti di anfore e una splendida ancora attribuita all’epoca bizantina. La parete di san Pancrazio ricchissima di flora e fauna di ogni tipo.
Il Faraglione Che fa da tana a scorfani, gronghi, saraghi ed aragoste. La Catena Una franata di massi che degrada tra i 25 e 70 metri ricco di roccia mista ad alghe di svariatissimi colorazioni, paradiso delle aragoste e dei moltissimi sub. La secca dell’isola Su di un fondale oscillante tra i 25 e i 32 metri si fanno strabilianti scoperte sia di fauna che di flora marina. Sant’Angelo Un fondale che sprofonda oltre i 150 metri e dove si può ammirare il famoso corallo nero.
I quattro sacchi Quattro grandi massi adagiati su di un fondale misto di alghe e fango, tra le cui intercapedini vivono cernie e saraghi di peso in una profondità di poco siperiore ai 50 metri. La secca di Forio Situata proprio di fronte alla Chiesa del Soccorso oltre ad essere caratterizzata dalle mura di una antica villa romana, risulta essere molto pescosa sia di cernie che di altri pregiatissimi pesci..

Esistendo sull’isola due culture ben distinte quella marinara e quella contadina, anche la sua cucina ha subito le due influenze con la creazione di gustosissimi piatti che l’hanno resa famosa in tutto il mondo. Come pure i suoi rinomatissimi vini.
Il suo mare grazie alla particolare temperatura determinata dalla presenza di acqua termale, è ricchissimo di ogni qualità di prodotti ittici.
Famosissime le zone:
– delle Fumarole sulla spiaggia dei Maronti nei pressi di Sant’Angelo dove si possono cucinare cibi scavando un buco sotto la spiaggia in riva al mare; – della Baia di Sorgeto a Panza, dove una sorgente di acqua termale bollente permette addirittura di cuocere le uova soda.

Questi alcuni piatti tipici della cucina marinara ischitana:
– La “zuppa di pesce”, all’inizio cibo delle famiglie più povere perché composta da piccoli pesci, con in testa lo “scorfano” davvero brutto alla vista, che non potevano essere messi in vendita, con il passare degli anni è divenuto una vera e propria prelibatezza molto ricercata da tutti;
– Il “Totano imbottito”, presente nel mare isolano in grande abbondanza proprio grazie alla sua temperatura mite determinata dalle acque termali calde, rappresenta un’altra prelibatezza molto gradita a chi la sceglie;
– Gli “spaghetti ai Frutti di Mare” cozze e vongole in primis rappresentano una vera e propria prelibatezza per i palati più fini;
– Il “Polipo affogato”, presente in grande quantità nei suoi fondali ricchi di scogli, è un altro piatto tipico ischitano molto apprezzato.
Tutti questi piatti naturalmente si trovano con molta più facilità nei ristoranti distribuiti lungo la costa isolana.

Nei locali pubblici, dislocati nella zona collinare e in quella montana, si trovano invece i classici piatti formati dai prodotti del sottosuolo altrettanto fertile e dei numerosi allevamenti locali ancora esistenti.

Fra i tanti gustosissimi “piatti”, non riconducibili alla cultura marinara, quello più famoso è il classico “Coniglio all’Ischitana” che rappresenta una vera e propria leccornia e la celebrazione di tutti gli aromi della terra ischitana (aglio, olio, pomodori e peperoncini forti) con in testa il vino bianco, in cui viene cotto. Proprio dal coniglio deriva un altro famosissimo “piatto” il “bucatino al sugo di coniglio”, che celebra ancora i giorni di festa in molte case di tutta l’isola.
Gli altri prodotti della campagna isolana come le melanzane, i peperoncini dolci e forti, le zucchine, la “scarola”, le patate, i fagioli, i piselli, le cipolle rappresentano la degna cornice sia del famosissimo e già citato “coniglio alla Ischitana”, che per la preparazione di altri gustosissimi piatti locali. Altrettanto conosciuto è il famosissimo piatto di “pasta e fagioli con la “cotica”. La “scalora e fagioli cotta insieme al piede di porco”, anch’esso piatto tradizionale delle case più povere dell’isola che, con il passare degli anni, ha conquistato il centro delle tavole delle case più ricche.

La “viticoltura” ha rappresentato per tanti anni una delle principali fonti di guadagno per la popolazione ischitana che esportava i suoi vini nella vicina Napoli con i famosissimi “barili” trasportati dai famosi “vaporetti”, che collegavano l’isola al continente.
La produzione vinicola ancora oggi rappresenta oltre ad una notevole fonte di guadagno una ottima occasione di conoscenza di Ischia sulle tavole di mezzo mondo. Le sue campagne baciate per un lungo periodo dell’anno dai raggi del sole grazie alla sua felice posizione riescono a produrre, grazie anche ai molti vigneti presenti sul territorio, delle ottime qualità di uva. Dalle quali si producono i vini che prendono il nome proprio dalla qualità di uva da cui si ottengono: “Forastera”, “Lacrima Christi”, “Biancolella”, etc.

Le origine vulcaniche di Ischia oltre che dalla presenza delle famose fumarole, di acque termali calde, alcune delle quali raggiungono anche i 100 gradi è confermata anche nella mitologia greca.
Essa ci racconta che Tifeo, condannato da Giove a rimanere prigioniero sotto l’isola, nei suoi movimenti di ribellione oltre a far tremare la terra, fa uscire dal sottosuolo le acque bollenti e con particolari proprietà termali e curative che le rendono uniche al mondo.
I reperti archeologici, trovati presso gli scavi di santa Restituta a Lacco Ameno, fanno risalire la presenza di coloni greci provenienti dall’isola di Eubea intorno al 770 A.C.
Gli Eubei si stabilirono nella baia di san Montano sia per difendersi dalle allora continue eruzioni del Vulcano presente alla cima del monte Epomeo, sia per la comodità che la baia offriva per l’attracco delle loro navi che facevano la spola con la lontana patria.
A questo periodo si fa risalire anche la famosissima coppa di Nestore cantata e descritta dal poeta Omero nell’Iliade. Coppa da cui chiunque bevevo si innamorava pazzamente di Afrodite.
In quei tempi l’isola prese il nome di Pithecusae (dal greco Pithekos – scimmia), per divenire successivamente con l’avvento dei Romani Aenaria; dal latino aenum – bronzo presente in ricche quantità grazie alla ricchissima attività eruttiva e ai numerosi terremoti che i susseguivano in quell’epoca e che resero l’isola poco abitabile.
Nel IV secolo dopo Cristo l’isola prende il nome di Ischia derivante dal nome latino “insula”, e vive un lungo periodo di tranquillità durante il quale i Romani si stabilirono sull’isola lasciando come testimonianza il famoso acquedotto romano che si trova nella parte nord orientale dell’isola Ischia, da dove i romani potevano raggiungere con più facilità il porto della vicina Napoli, a differenza dei coloni greci che trovavano molto più conveniente e facile il lato sud orientale, appunto Lacco Ameno. L’isola subì per intero il lento declino dell’impero romano.
L’avvento dei Saraceni è datato 812, che con le loro continue scorribande, rappresentavano il terrore per gli abitanti di allora che iniziarono a cambiare il loro modo di costruire le proprie case che per difendersi meglio dalle scorribande furono costruite una accanto all’altra divise da strettissimi vicoli, nei quali si poteva passare uno alla volta. In questo modo crearono una cinta difensiva che scongiurò con il passare del tempo altri analoghi attacchi. Subito dopo giunsero sull’isola i Duchi di Napoli che rimasero sull’isola per oltre duecento anni durante i quali ci fu una piccola parentesi di presenza normanna. Dal 1200 al 1300 un terremoto devastante ed una eruzione fanno da corollario alla presenza rispettivamente degli Svevi, degli Angioini e degli Aragonesi.
Dopo un breve periodo in cui l’isola fu praticamente disabitata, un numero esiguo di isolani ritornò sull’isola rifugiandosi sull’isolotto del Castello ritenuto più sicuro perché distaccato dal resto dell’isola. Da qui iniziò un lento e progressivo ripopolamento dell’isola e un lungo periodo di tranquillità da parte delle forze della natura. L’isola riacquista benessere e ricchezza economica con l’avvento dei Borboni, i quali iniziarono a costruire imponenti opere pubbliche, ad iniziare dall’attuale porto in cui avvengono il maggior numero di arrivi giornalieri. Infatti l’apertura del porto di Ischia, che originariamente era un lago interno, avvenne proprio nel periodo borbonico e precisamente il 17 settembre 1854.
Con la fine dell’impero borbonico Ischia entra ufficialmente a far parte della provincia di Napoli del neonato Regno d’Italia.
Ma la natura avversa riserva agli abitanti un’altra dura prova con i terremoti di notevole intensità del 1881 e del 1883. ad essere colpiti furono soprattutto i paesi di Forio e Lacco Ameno in modo lieve e duramente Casamicciola Terme praticamente rasa al suolo. Casamicciola terme in quel periodo era divenuto il centro più importante dell’isola sia per quanto riguarda il turismo che per la presenza di molte fonti di acqua termale calda. Meta già da allora in un alto numero di presenze di turisti. Durante il terremoto del 1883, a rimanere ferita sotto le macerie fu la famiglia di Benedetto Croce; lo stesso filosofo riportò la frattura di una gamba. Gli inizi del 1900 furono caratterizzati da un nuovo esodo di molti isolani con direzione Nuovo Mondo, molte presenze si riscontrano nelle due Americhe, dove tutt’oggi rimangono molti cognomi isolani. Con l’avvento del fascismo l’isola conobbe un’altro fulgido periodo di benessere e di assestamento dell’economia, grazie ai numerosi interventi del regime tendenti a migliorare la vivibilità sull’isola. La seconda metà degli anni cinquanta e gli inizi degli anni sessanta rappresentano la vera e propria consacrazione dell’isola nel settore turistico mondiale. Grande merito lo si deve al Commendatore Angelo Rizzoli che grazie ad ingenti investimenti per il risanamento e la costruzione di grandi alberghi, Ospedale e infrastrutture; con l’ambientazione di numerosissime pellicole cinematografiche negli angoli più caratteristici dell’isola, rese famosa in tutto il mondo Ischia.
In quegli anni gli artisti mondiali più famosi passavano le loro vacanze sull’isola godendo dello splendido clima, delle sue acque termali e del contatto con la natura incontaminata di straordinaria bellezza.
Fra i tanti artisti presenti, soprattutto nella mitica piazzetta di Forio al bar Maria oggi Bar Internazionale, si ricordano Moravia, Auden, Pasolini, Elsa Morante, Pablo Neruda, Renato Guttuso, l’armatore miliardario greco Aristotile Onassis con la sua compagna Jackelin Kennedy .
Infatti se Ischia diventa il centro commerciale dell’isola, Forio, senza nessuna ombra, si può definire quello culturale.

Citazione a parte meritano:
– il musicista inglese di fama mondiale sir William Walton, che ha scelto come ultima dimora proprio Ischia nella sua proprietà a Forio dove ha lasciato i famosissimi e unici al mondo “Giardini della Mortella”, visitabili al pubblico e ricchi di pregiatissima flora mediterranea e esotica.
– il regista Luchino Visconti, anch’egli ha voluto che le sue ceneri ritornassero ad Ischia nella sua splendida Villa Visconti, situata nella splendida collina di Zaro a Forio e divenuta nel frattempo una fondazione, visitabile al pubblico e in cui si organizzano eventi di importanza internazionale.
– Renato Guttuso che ha trascorso gli ultimi anni della sua vita negli splendidi vicoletti di Forio, dove dipinse numerosi quadri lasciando splendide testimonianze della sua arte.

Translate »